Alle case stesse. Diari fenomenologici di studenti a distanza

Abbiamo scelto uno dei filosofi più complessi della filosofia del Novecento: Edmund Husserl. Ne abbiamo letto alcune pagine fondamentali, cercando di capire il senso del motto più famoso della sua filosofia, che prende il nome di “fenomenologia”, ovvero una filosofia che si configura come scienza rigorosa dei fenomeni. Il suo motto è: “alle cose stesse” e per il filosofo una tale espressione indica una direzione precisa della ricerca filosofica. Bisogna fare esperienza dell’essenziale, così come questo si dà a noi: attraverso vissuti e esercizi di “sospensione” di tutto ciò che “sappiamo” sul mondo e sugli altri. La pandemia ci ha, in un certo senso, forzato a fare un esercizio molto simile a quello richiesto dalla fenomenologia di Husserl. Semplicemente costringendoci a stare a casa. Da qui il titolo della raccolta dei “diari fenomenologici” degli studenti: alle case stesse. Giocando un po’ con le parole, gli studenti sono stati invitati a un primo, e fondamentale, esercizio filosofico, soprattutto attraverso la scrittura. A sostenere la difficile appropriazione della visione di Husserl, un altro grande filosofo del Novecento è venuto in nostro soccorso: Jean-Paul Sartre. Il filosofo francese si era appropriato a sua volta dell’esercizio della visione fenomenologica, non solo nel campo della filosofia, ma anche in quello della letteratura. La sua lettura e il suo modo di declinare la fenomenologia di Husserl si sono rivelati un fondamentale modello di ispirazione per gli studenti. L’esperimento che qui viene mostrato nasce nel contesto di una didattica che non ha mai creduto di essere semplicemente “a distanza” e ha perseverato nell’idea di scuola come comunità.

Qui il pdf del volume

Dichiarazione d’indipendenza (Contro le discriminazioni giuridiche, morali e sociali nei confronti delle donne)

[Quest’anno abbiamo sperimentato una nuova strategia per riappropriarci della Storia. Abbiamo analizzato fonti, stile e retorica della Dichiarazione di Indipendenza Americana e abbiamo cercato di farla nostra. Ho diviso così la classe in gruppi e ognuno ha provato ad articolare una sua propria dichiarazione di indipendenza nei confronti della nostra società. Quella che segue è contro la violenza sulle donne e la pubblichiamo in occasione della sua giornata mondiale. L’opera che illustra la dichiarazione è “Intacta” di Alessandra Renis.  T. A.]

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Quando nel corso degli eventi umani diventa bisognoso riaffermare il valore della dignità femminile, troppo spesso calpestata dalla società, è necessario chiarire le ragioni di tale bisogno.

“La storia dell’umanità è colma di affronti e usurpazioni da parte dell’uomo verso la donna, al diretto scopo di stabilire su di lei una tirannia assoluta” affermò nel 1848 Elizabeth Cady Stanton, una famosa attivista statunitense e figura guida dei primi movimenti, finalizzati all’affermazione dei diritti delle donne.

Molti sono stati i traguardi raggiunti dalle donne nel corso dei secoli, come l’acquisizione di uguali diritti in quanto cittadine, tra cui il tanto aspirato diritto di voto; tuttavia, questa è soltanto la prima grande tappa nel processo di liberazione delle donne. Nonostante le leggi, alcuni diritti vengono però ignorati nella pratica, come spesso avviene soprattutto nella sfera civile e personale. Per dimostrarlo, ecco elencati con occhio imparziale le discriminazioni e i limiti che la società attuale pone alle donne:

1) Essa discrimina la decisione da parte di una donna di abortire, poiché un cosiddetto atto è considerato come un vero e proprio omicidio, non solo dalla stragrande maggioranza delle religioni, ma anche da parte di molte altre donne impossibilitate alla procreazione;

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Bilancio (pop) 2019:metodologie e risultati.

53325237_1988023981305977_8059451997176201216_oDi solito non è buona cosa fare bilanci, ma in questo caso farò un’eccezione. Soprattutto a scuola è bene ricordare e fare un lavoro d’archivio, per meglio programmare gli anni futuri ( e poi è tempo di relazioni finali, no?) . Il 2018/2019 è stato per me un anno difficile, che più volte mi ha messo alla prova. Cambiato l’istituto, altri ragazzi, un territorio diverso. Ma procediamo con ordine: che cosa abbiamo fatto di bello quest’anno? Cosa abbiamo mantenuto del metodo pop a scuola?

  1. Esperimento di digitalizzazione delle prove (non male, ma da perfezionare). Qui potete leggere qualcosa in merito
  2. Potenziamento della produzione dei contenuti virali (in quinta), attraverso produzione di video (ottimi risultati). Dal punto di vista dei contenuti, i video sono stati dedicati a personaggi sportivi per ragionare sugli anni 80 e 70 e su alcuni concetti della filosofia contemporanea. Qui i video su Maradona, Micheal Jordan, Alì e la filosofia del calcio
  3. Esperimenti didattici attraverso i meme: in una classe terza, soprattutto per l’insegnamento della storia. Qui uno dei risultati migliori
  4. Cose che sono state mantenute:    1) Potenziamento della scrittura narrativa attraverso l’esame della Poetica di Aristotele e delle migliori serie tv (in terza, i risultati verranno pubblicati il prossimo anno, si spera) 2) Attualizzazioni con articoli, attraverso la cultura pop, di temi della storia medioevale. Qui un articolo 3) Meditazioni cartesiane (in quarta) 4) Following (in quarta) 5) Fantastoria (in quinta)
  5. Nonostante abbia cambiato istituto, il progetto “Fuori di sé. Per una conoscenza sensibile delle cose” è stato portato avanti con successo

Questo bilancio ovviamente è solo quanto raccolto nell’immediato e una vera punta di iceberg. Sono tanti i testi che abbiamo letto e affrontato, le serie viste (anche alle 3 del mattino), i viaggi d’istruzione, il tour infinito nelle scuole e non solo per far conoscere il metodo a tutti, insomma: la vera scuola.

ps: e quest’anno siamo pure finiti in qualche manuale di filosofia!

#revolution4life . Trotsky è tornato.

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[nuovo contributo su questo blog di “fantastoria”, un esperimento didattico che mette insieme l’immaginazione degli allievi e le competenze disciplinari di storia. Sulla scia del successo “pop” del romanzo di Vermes “Lui è tornato”, che immagina un Hitler ricomparso miracolosamente ai giorni nostri, gli studenti dovevano utilizzare lo stesso stratagemma per Trotsky in Russia. Una sorta di “fan fiction” del best seller. Questo è il contributo, eccezionale, di un mio studente. T. A. ]

Ah, la falce, il martello. Il rosso brillante simbolo di cambiamento. Ecco che cosa ho servito nella mia vita, un ideale di grandezza che avrebbe catapultato il mondo in un radioso futuro, un futuro rosso. Ma il destino è stato crudele. Ho visto sorgere la rivoluzione, l’ho vista nascere dal sangue degli operai, dal sangue della povera gente, dal sangue dei miei compagni. Товарищ! Dove siete finiti? Siamo stati traditi da uomini senza scrupoli, dal cuore corrotto, che non sono riusciti a vedere la grandezza del mio, del nostro, progetto per un mondo migliore, ripulito dal sudiciume borghese. Continua a leggere

Ho seguito il profilo Facebook di Macron per una settimana. Un esercizio di “following”

makkox[Ormai già da qualche anno, ai miei studenti do un compito insolito: per l’arco di una settimana devono seguire i profili social dei politici (Renzi, Salvini, Grillo, Raggi, etc.) e analizzarli attraverso la filosofia di Spinoza, osservando il ruolo svolto da passioni e comportamenti . Qui l’analisi di Macron dal 25 febbraio al 4 marzo 2019. T. A.]

Negli ultimi anni i social hanno acquisito un ruolo di rilievo sempre maggiore nella nostra società. Queste piattaforme ci permettono di parlare con gli altri, conoscere nuove persone, vedere ciò che fanno i nostri cari o persone che non conosciamo ma che consideriamo, per qualche motivo, un modello di riferimento. D’altro canto anche questi ultimi, i più seguiti, utilizzano i social per condividere le proprie giornate, i propri interessi, le proprie emozioni; alcuni arrivano addirittura a fare di tutto ciò un lavoro.

In ogni modo, tutti –famosi o meno- sono portati ad esprimere le proprie opinioni riguardo i più svariati argomenti, spesso in maniera molto forte. Qui emerge quella che si potrebbe definire “l’altra faccia della medaglia” dei social: infatti, esprimendo la propria opinione, spesso e volentieri i social media non diventano centri di alleanza e supporto; ma di odio, invidia e rancore. Questo divario tra passioni gioiose e tristi, costruttive e distruttive spesso nasce dalla convinzione di molti utenti di trovarsi, quando si collegano ad internet, in un mondo irreale dove si possono eludere valori come il rispetto reciproco e dare sfogo ai propri pensieri nella maniera più sbagliata. Trovandoci dietro lo schermo del nostro computer o del nostro cellulare, perdiamo di vista la realtà e, separando la nostra ragione dalle nostre passioni, imprigioniamo la prima e lasciamo libere le seconde. Continua a leggere

Ho seguito il profilo Instagram di Salvini per una settimana. Un esercizio di “following”

[Ormai già da qualche anno, ai miei studenti do un compito insolito: per l’arco di una settimana devono seguire i profili social dei politici italiani (Renzi, Salvini, Grillo, Raggi, etc.) e analizzarli attraverso la filosofia di Spinoza, osservando il ruolo svolto da passioni e comportamenti . Qui l’analisi di Salvini dal 27 febbraio al 6 marzo 2019. T. A.]

salviniI social network sono delle piattaforme utilizzate oggi per motivi e scopi differenti. I più giovani, ad esempio, utilizzano i social per lo svago, per condividere la loro vita privata e per conoscere quella degli altri. Gli “influencer”, invece, utilizzano i social come fonte di guadagno. Le persone famose in ambito cinematografico o musicale, poi, usano i social soprattutto per promuovere il loro operato.

La categoria di utenti che abbiamo analizzato per una settimana è quella dei politici.

In questa categoria è possibile osservare il modo in cui vengono utilizzate le passioni attraverso i social. Infatti questi due concetti, le passioni e i social, le une legate alla vita e alla realtà e gli altri ad un mondo virtuale, giudicato spesso fittizio, sono solo all’apparenza distanti. È possibile invece analizzare come essi siano collegati. Continua a leggere

A scuola con i meme: Shakespeare

[Comincia un nuovo esperimento didattico: attraverso lo studio e la creazione di meme  sugli autori più noti delle varie discipline, è possibile avvicinare in modo nuovo i ragazzi ai contenuti culturali. Dopo lezioni teoriche introduttive sull’evoluzione dei meme in rete e sul loro specifico linguaggio, gli studenti sono stati invitati all’analisi e alla creazione di meme dedicati a uno specifico autore. T.A.]

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Cliccando qui è possibile leggere l’analisi di alcuni meme su Shakespeare.

Io sbaglio, io esisto. Meditazione cartesiana,

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[Da molti anni ormai assegno nelle vacanze di Natale un curioso esercizio. I miei studenti devono abbozzare una meditazione nello stile di Cartesio. Ciò può sembrare strano e può anche spaventare lo studente, ma la filosofia è soprattutto questo: un esercizio e un lavoro su di sé. Agli studenti viene fornita una piccola “guida”, dopo la lettura delle meditazioni in classe. Ecco un lavoro fatto da una mia alunna di quest’anno. Ammirate. T. A.]

 

Ho imparato le nozioni impartite dalla scuola e quelle assunte semplicemente vivendo. Ho scoperto, crescendo, che la vita non va sempre affrontata da soli. Ho capito che esisto per uno scopo e il mio obiettivo è trovarlo, farlo mio, realizzarlo.

La scuola, la famiglia, il mio vissuto mi hanno ricoperta di certezze.

Ma il dubbio mi sta logorando, fa vacillare queste mie sicurezze, queste basi dalle quali poter crescere; mi fa cambiare la mia percezione del mondo, di me stessa, delle cose; mi fa sembrare tutto più incerto, sfocato. Continua a leggere

Quando la politica incontra la storia: il passato al servizio delle destre

 

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Quando i cittadini sono stati chiamati alle urne il 4 marzo sulla scheda hanno trovato un simbolo diverso. Già, perché l’attuale primo partito d’Italia non si è più presentato come Lega Nord – Padania, ma come Lega – Salvini premier. Tutti converranno con me nel vedere in questo cambiamento la volontà di racimolare qualche voto anche al Sud, dove presentarsi nella veste dei vecchi indipendentisti padani sarebbe apparso quasi un ossimoro, confidando nella memoria corta degli elettori e auspicando che questi ultimi avessero avuto modo di dimenticare o soprassedere sulle innumerevoli manifestazioni di disprezzo che era usanza rivolgere loro. Tuttavia, tanto sul simbolo storico quanto su quello coniato appositamente per il rinnovo del parlamento dello scorso anno, campeggia in bella vista la figura del Guerriero di Legnano, con l’intento di rievocare la battaglia con cui i comuni riunitisi sotto la Lega Lombarda sconfissero Federico I detto Barbarossa, bramoso di riottenere il controllo sull’Italia settentrionale. Continua a leggere

Un Caotico-Malvagio in una Provincia Devastata. “La Stanza Profonda” vista dagli occhi di chi, in quella stanza, ci è sempre andato.

santoni[Una recensione, singolare e partecipata,  da parte di un mio studente appassionato di giochi di ruolo del romanzo di Vanni Santoni “La stanza Profonda (Laterza), candidato al premio Strega nel 2017. Un romanzo-saggio dedicato proprio al mondo dei giochi di ruolo. T. A.]

 

“Nessuno schema, nessuna coerenza logica. L’incubo e al tempo stesso il miglior passatempo per uno strutturalista. La matita giace sul tavolo, hai un bicchiere di riso nella mano destra. Incominci a riversare quel cereale candido su un foglio bianco. Hai un disegno pressappoco vago di ciò che sarà il mondo completo. L’ispirazione è viva. Incominci a disegnare confini, poi fiumi ed infine montagne, laghi e ogni elemento geografico che ti viene in mente. Non hai mai saputo disegnare, ma il pensiero di giocare si impossessa del tuo corpo e tutto ad un tratto ti trasformi in Paolo del Pozzo Toscanelli, esattamente come se stessi già ruolando; alla fine del lavoro sei così soddisfatto che lo firmi con gloria e con un pizzico di spavalderia, che non guasta mai.”

Nessuno schema, nessun punto, nessun aiuto che ti lasci intuire se siano pensieri, appunti o, semplicemente, dialoghi interiori del master. È così che noi parliamo e Vanni Santoni lo sa, perché, in quella stanza profonda, ci è sceso. In quella stanza, come in questo libro, si ha la descrizione precisa (vero, caro mio master?), o volutamente imprecisa di ciò che avviene nei nostri mondi in maniera estremamente diretta. Continua a leggere